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Gairo Vecchio

Gairo Vecchio

Li chiamano paesi fantasma, luoghi dove il tempo si è fermato, affascinanti e suggestivi con la loro aura di malinconia, di lasciato in sospeso, di magico, quasi. Tra essi, più importante e conosciuto in Sardegna, c’è anche Gairo Vecchio – il cui nome pare significhi “terra che scorre”.

Passeggiando tra le strade sterrate e le viuzze strette, lanciando un occhio ai ruderi – in granito e scisto, costruiti con fango e sabbia, com’era uso all’epoca – all’interno dei quali si possono intravedere ancora i caminetti, si può percepire come un’eco di passato, di non detto, quasi di segreto, certamente di paura.

Come raggiungere Gairo Vecchio?

Il paese fantasma perla d’Ogliastra si può facilmente raggiungere. Per arrivare a Gairo Sant’Elena da Cagliari, si può prendere la SS 125, passando per Muravera, Tertenia, Cardedu e seguendo quindi le indicazioni.

Da Lanusei, basta seguire la SS198. Una volta giunti a Gairo Sant’Elena, proseguire fino a fondo valle. Poi, parcheggiare la macchina in prossimità della Chiesa di Sant’Elena. Da Osini, è possibile raggiungere il paese fantasma anche a piedi, percorrendo la SP11 per 500 metri, in direzione Nord.

L’alluvione che distrusse Gairo Vecchio

Era il 14 ottobre del 1951 quando il cielo sopra l’abitato di Gairo iniziò a vomitare tutta la sua acqua su un terreno sin dalla fine dell’Ottocento provato da frane e smottamenti. Nei successivi quattro giorni, fino al 19, senza sosta, piovve mettendo in ginocchio tutti gli abitanti che, sebbene coraggiosi, dovettero poi prendere una decisione: occorreva spostarsi, o prima o poi la tragedia sarebbe stata ancor più grave. Del resto, in quella manciata di albe e tramonti, molte furono le perdite. I primi a farne le spese furono gli animali da cortile: alcuni annegarono, altri vennero trascinati giù, nel pendio, laddove finì anche buona parte delle case più deboli. Quelle più forti mantennero la struttura.

La nascita di tre paesi come conseguenza del violento evento meteorologico

Solo il 19 ottobre 1951, giorni dopo l’inizio di quella violenta pioggia, il cielo decise di dare una tregua a quelle persone. Ma loro avevano già compreso il da farsi. Nei mesi e negli anni successivi tutti lasciarono le proprie case, stabilendosi in posti dove il terreno appariva più stabile. Da questa fuga dalla devastazione, nacquero ben tre paesi: Gairo Sant’Elena, poco sopra il borgo abbandonato, Gairo Taquisara, poco lontano, e Cardedu, nel tempo divenuto comune autonomo.

Quali bellezze vedere nei dintorni?

Impossibile non menzionare, nei luoghi vicini a Gairo Vecchio e assolutamente da visitare, è Perda ‘e Liana, il tacco più elevato – con i suoi 1293 metri – tra quelli ogliastrini. Dichiarata monumento naturale nel 1993, è una straordinaria formazione rocciosa risalente al Giurassico. Nel passato, era considerata la porta degli Inferi: secondo le credenze popolari sarde, sempre un pochino macabre, bastava invocare le creature maligne da questo bellissimo luogo affinché si potesse diventare ricchi a un prezzo molto alto… la propria anima.

Gairo Taquisara

Altri bellissimi posti da visitare sono Gairo Taquisara, borgo avvolto dalla vegetazione e molto interessante, e Osini Vecchio, altro paese fantasma che, abbandonato durante la stessa alluvione che devastò Gairo Vecchio, mostra la sua bellezza suggestiva tramite muri diroccati, stradine e piccole case devastate.

Curiosità di Gairo Vecchio

In alcuni relitti d’abitazione, sopravvivono i balconi in ferro battuto; altri, sventrati dalla tragedia che si abbatté decenni orsono, sono solo delle mura senz’anima. Tutti, rimandano a quel che accadde, ricordando forse – almeno ai più romantici – quanto le cose possano cambiare da un momento all’altro e quanto pesino alcune scelte.

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